La scorsa sera abbiamo provato l’Hosteria Grappolo d’Oro in Piazza della Cancelleria. Sabato, per noi, giornata full, dopo una Roma-Avellino e ritorno per questioni lavorative, con tappa a La Reggia Designer Outlet per indorare la pillola, rientriamo nella capitale verso le 21:00. Scendiamo dalla macchina a crepuscolo spinto. Dopo due ore di aria condizionata, la brezza della mia Roma di fine giugno mi avvolge con persuasione. Siamo distrutti, ma con una serata così, né a me, né a Lui va di tornarcene a casa e così parte il brainstorming di locali nel cuore pulsante di Roma, con dehor, in cui bermuda, prendisole e facce da “Roma-Avellino e ritorno” non risultino così fuori luogo. Prenotiamo due-tre ristoranti, Dio benedica i ponti e la facilità con cui chi è rimasto in città riesce a trovare un tavolo di sabato sera, alle 21 del sabato stesso. Ci arrischiamo con Roscioli, ma riesco a interfacciarmi solo con la voce metallica di una segreteria poco disponibile.
Dopo un quarto d’ora di totale indecisione, mi ricordo del Grappolo d’Oro, nella mia adorata Piazza della Cancelleria, nella mia ancor più amata Campo de’ Fiori. Telefono, ci aspettano per le 22:00, tavolo fuori.Lasciamo la macchina nel nostro parcheggio di fiducia, di fronte la Chiesa di San Pantaleo e ci avviamo. Attraversiamo Corso Vittorio Emanuele, percorriamo via de’ Baullari, dove adoro ogni volta soffermarmi a guardare le vetrine del forno, lo oltrepassiamo, oltrepassiamo anche Blue Ice, superiamo il rammarico che ne vien donde e arrivati all’altezza di Alice pizza – un po’ di rammarico – giriamo a destra. Appena arrivati, ci fanno accomodare in uno dei tavolini esterni. Ci apparecchiano sul momento con tovagliette di carta paglia e ci lasciano il menù. Saltiamo a pie’ pari la degustazione a 29 euro dei classici e ordiamo due antipasti, due primi e un secondo con contorno da dividere. Dalla carta, optiamo per la selezione di vini laziali, scegliamo un Cesanese del Piglio Colle Ticchio 2016 della cantina Corte dei Papi. Ci piace molto.
Arrivano gli antipasti: Una panzanella e polpette di bollito con salsa verde. Li dividiamo, io inizio con quello che credevo mi piacesse di meno, e invece la polpetta è buonissima, grassa e unta al punto giusto, morbida, dove alla carne si mischia una manciata di pinoli, davvero succulenta, come la salsa che la accompagna, di un verde smeraldo, pungente, mix di prezzemolo, alici e senape. Apprezzo infinitamente e continuo a sfregare la focaccia – fatta da loro – sul piatto per portare via ogni traccia di quella salsa davvero amabile. La panzanella anche è molto buona, viene presentata a mo’ di tartare nel piatto rettangolare, con tre olive e un rametto di basilico. Il pane – “vecchio, mi raccomando” ci tiene a precisare lo chef Francesco – sbriciolato finemente è intriso della polpa di pomodoro bio toscano, arricchita da spicchi di pomodori pachino, olio, aceto, zucchero, aglio e sale. Molto buona.
Il primo tende a tardare un tantino, chiediamo in soccorso altro cestino di sola focaccia, il tempo di finirlo e arriva per me una carbonara, in mancanza della gricia che prediligo in assoluto, per il mio ragazzo, un’amatriciana che non ho assaggiato. La mia pasta è buona, al dente al punto giusto; il guanciale, tagliato a listarelle è a mio avviso troppo sottile, io lo prediligo più spesso, che basta rompere la crosticina sottile e via il grasso che dilaga nella cavita orale. Siamo pieni e anche un po’ stanchi, ma il secondo arriva in un battibaleno. Per mantenerci leggeri, abbiamo scelto una guancia brasata al Chianti accompagnata da cicoria ripassata e un piatto di patate al forno che non si sa mai. La guancia è ottima tenera e saporita, ma le patate sono davvero superlative, erano sabbiate, forse con un tocco di pan grattato, non lo so, ma erano stra-buone. Per il dolce non ce l’abbiamo fatta, avrei fatto una forzatura per la crostata, ma era finita e quindi, le patate hanno concluso degnamente la nostra cena da Hosteria Il Grappolo d’oro.
Una cena piacevole, proprio quello che desideravamo in uno dei punti di Roma che più preferisco. Il Grappolo d’Oro è un ristorante senza pretese, semplice e schietto. Il personale di sala è cordiale e disponibile, così come anche Francesco, uscito dalla cucina solo per suggerirmi la ricetta della sua panzanella. Ho mangiato bene e lo consiglio a chiunque abbia voglia di cucina romana buona, a prezzi ragionevoli, nel pieno centro di Roma.
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